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JESOLO – Dopo 6 notti in una cella nel carcere Santa Maria Maggiore di Venezia è stato liberato, nonostante abbia causato l’incidente stradale in cui persero la vita quattro ragazzi di Jesolo.
Marius Alin Marinica, romeno trentenne di Musile di Piave, condannato in via definitiva a 8 anni per lo schianto nell’estate del 2019, è tornato agli arresti domiciliari. Ha potuto beneficiare di una delle norme svuota carceri. Con una condanna a 8 anni e avendone scontati tre e un quarto ai domiciliari, ha beneficiato dello sconto automatico di 45 giorni che tutti i detenuti maturano ogni trimestre: così la pena residua è scesa sotto la soglia dei quattro anni, che il Legislatore ha stabilito essere ostativa all’esecuzione automatica della pena. La Procura di Venezia avevano conteggiato i giorni in maniera non corretta, come ha fatto notare l’avvocato difensore, Rodolfo Marigonda del foro veneziano.
La tragedia della strada risale al 14 luglio di tre anni fa, quando a Jesolo la Golf di Marinica, rientrando da un sorpasso e stringendo la traiettoria, era entrata in collisione con la Ford Fiesta guidata da Riccardo Laugeni. L’auto era finita nel canale dopo una carambola sulla scarpata. Oltre a Laugeni morirono Eleonora Frasson, Leonardo Girardi e Giovanni Mattiuzzo, tutti di Musile, tutti ventiduenni. Miracolata, invece, una quinta passeggera. “Siamo disorientati”, ha commentato l’avvocato Simone Zancani, che rappresenta le famiglie.
“Sapevamo che sarebbe accaduto ed è dolorosissimo”, ha detto al Gazzettino Romina Ceccato Laugeni, madre di Riccardo e presidente dell’associazione Alba che si occupa di vittime della strada. “Abbiamo almeno ottenuto che venisse arrestato, ma ora è libero mentre i nostri figli non ci sono più. La vergogna vera è però che esistano leggi come questa, che calpestano la dignità delle vittime e delle loro famiglie. Il contentino non ci basta e ora andremo a Roma, spero unendo le forze con tante associazioni simili, a chiedere a Governo e Parlamento che lavorino seriamente su questo problema”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-10-21 09:08:25 ,www.repubblica.it